Cena dei Mille

Unicorno artefice della Cena dei Mille con PARMA QUALITY RESTAURANT!
A Parma, Città UNESCO della Gastronomia, il 4 Settembre 2018 in mille, sotto le stelle, Piazza Garibaldi e strada Repubblica, trasformate per una sera in un grande ristorante a cielo aperto: 400 metri di tavola, 50 chef al lavoro in cucina e oltre 100 camerieri in servizio. Le luci delle candele hanno illuminato la scena e incursioni di danza e di lirica hanno allietato gli ospiti sulle note di Giuseppe Verdi come anticipazione da un altro importante appuntamento di Parma: Festival Verdi – Verdi Off.

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Il menù lo hanno firmato gli chef stellati Carlo Cracco e Massimo Spigaroli, affiancati da Parma Quality Restaurants e Chef To Chef. La serata si è aperta con una rivisitazione parmigiana di un classico della cucina andalusa come il Gazpacho alla Parmigiana, entrée fresca con verdure a km zero accompagnate da un cannolo di tosone, ripieno di ricotta e acciughe. Come primo piatto Lo Scrigno di Parma, una sfoglia che custodisce ravioli ripieni di pomodoro, Parmigiano Reggiano Dop e una fonduta di caciotta di Vacca Rossa di Urzano. Omaggio a Bargnocla come secondo piatto, un cosciotto d’oca in confit, croccante al Prosciutto di Parma Dop e millefoglie di verdura. La cena si è chiusa con il dessert studiato da Carlo Cracco Un dolce ricordo di Parma, una creazione ispirata alla città e alla sua tradizione culinaria. Una cena sociale e solidale (parte del ricavato andrà a Emporio, realtà che da anni si impegna a distribuire cibo ed aiuto alle famiglie più bisognose del nostro territorio in beneficenza) che ha registrato il tutto esaurito e ha consegnato a Cracco il premio alla Creatività di Parma città creativa della gastronomia Unesco.

 

 

Cena Accademia Italiana della Cucina

Cena Accademia Italiana della Cucina

Note e commenti:
Eccellente serata nell’accogliente ristorante di Gian Pietro e Valeria.
Il conviviale, al quale i ristoratori si sono dedicati con grande entusiasmo, è stato preparato nei minimi particolari. Piatti espressi, ricchi e curati, equilibrati, non scontati. La differenza fatta dalla mano di un professionista in cucina è evidente : oggi non capita spesso. Ottime tutte le portate, senza eccezione alcuna. Il conviviale è terminato in un’ovazione collettiva quando è stato servito il dessert con riprodotto in logo dell’AIC.
Tavolo ben preparato e servizio come ormai non usa più: elegante e cordiale, piatti che arrivano in tavola protetti dalla cloche, tempi perfetti, mai una sbavatura. Uno spot alla “Civiltà della Tavola”. Un insieme che ci ha riportato con la memoria al livello di qualità che regalavano, un tempo, certi piccoli, signorili, ristoranti.
Assolutamente meritati sia l’elevata valutazione attribuita, sia gli applausi tributati dagli accademici, sia la promessa e l’impegno di ritornare.

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La cena col Tabarro

Il tabarro – così come il prodotto della terra non è più “tipico”, ma “distintivo” – rappresenta l’appartenenza formale ad un mondo che ci si dette troppa fretta a dar per morto. Quando i passi si susseguono spediti sotto portici infiniti, nell’atto di fendere l’impalpabile coltre di nebbia, a terra si nota un velo d’acqua appoggiata come un vetro, liquido riflesso sulle pietre roride, luci da qualche parte s’allargano in pulviscolo umido: forse lanterne giallastre o un miraggio da basse temperature, forse solo il desiderio di casa, l’ipotesi d’un fuoco attorno al quale tramandarsi fiabe e leggende, dove far tardi a discapito delle incombenze del giorno dopo. Gli uomini in tabarro, resistenti alla modernità globalizzata, perseverano in un’arcadia felice, perché conservano la metafisica capacità di vedere una luce lontana, quando la foschia cala il suo velo uniformante, il suo sipario campestre.
fonte: La confraternita del tabarro

_  il menu della cena col tabarro [PDF] _

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